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Il senso di intraprendere e raccontare Viaggi in Italia

Viaggiatore del mondo e dell'Italia, oggi che individui e imprese l'abbandonano, ho deciso di soffermarmi a raccontare quest'ultima, la mia Italia, della quale sono innamorato e alla quale mi sento sempre più radicato.
Ma la domanda che mi arrovella è: quale senso ha oggi intraprendere e raccontare Viaggi in Italia, e a chi?
Un paese in cui, apparenze a parte, poco o niente è cambiato, si evoluto rimanendo immutato, soprattutto nei difetti degli italiani. Salvo ulteriori deperimenti, tutto corrisponde alle narrazioni del 1700 di Goethe, del 1950 di Piovene, del 1980 di Ceronetti e di altri viaggiatori.

Eppure val la pena ricercare bellezza ed emozioni scavando in radici sempre più flebili, anche se da raccontare a lettori sempre più distratti ignoranti e sempre meno avvezzi alla lettura; allora, per facilitare la lettura dei resoconti, diari, carnet di viaggio, è d’obbligo l’uso di mezzi di diffusione letteraria contemporanei e condivisi, che permettono racconti multimediali, unendo assieme alle parole, immagini fotografiche e video, su piattaforma digitale, per una diffusione virale attraverso social network, geolocalizzando i luoghi narrati.

Ma a parte questa concessione alla modernità, il miglior modo di viaggiare è ancora in solitaria con lentezza, a volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, un po’ filosofi, un po’ sociologi, un po’ antropologi, dandosi il tempo utile per la curiosità, prendendosi il tempo necessario per vivere capire godere i paesaggi culturali e fisici attraversati, emozionarsi per la bellezza. 

Deambulare verso una meta ma godendo l'intero viaggio dalla partenza; osservando, meditando, contemplando, sostando con pause oziosamente creative, sempre con i 5 sensi allerta, pronti a captare ogni segnale propizio, di luoghi, atmosfere, suoni, odori, colori, luci, ombre, persone, incontri, che si stamperanno come icone, immagini latenti, fissando ricordi indelebili.
Viaggiare con lentezza, aiuta i rapporti umani, incontrando persone, fermandosi a parlare.

Ma oggi il viaggiatore italico si sente nemo profeta in patria; parla inascoltato nel deserto delle aridità umane di una società che sordamente e ciecamente corre verso il baratro. Andando controcorrente, cerca disperatamente di mostrare una dimensione e direzione positive, le tradizioni produzioni attività in via di estinzione, estinte e dimenticate, le potenzialità inespresse.

Il Viaggiatore per l'Italia, va alla ricerca di risposte per l'anima, dell’anima, della bellezza rimanente, in una Penisola Bella, giardino emozionale diffuso, nel quale, nonostante la cialtroneria e la barbarie, ogni angolo, bello e bellissimo, brutto o bruttissimo, sono in grado di parlare allo spirito, elevandolo o raccapricciandolo, interrogandolo, pacificandolo, entusiasmandolo. Un merletto delicato, fatto di biodiversità, centri storici, castelli e pievi, eccellenze e tipicità, sparsi su paesaggi urbani e naturali armonizzati e dialoganti tra loro, di georgica tranquillità; grano tra la zizania di brutture di cemento raccapricciante.

Cercare, raccontare la vera ricchezza che ci deriva da biodiversità, tipicità, cultura e culture, tradizioni, dei tempi passati, identità materiali ed immateriali di un'Italia minore con la M maiuscola, dando voce e visibilità a ciò e a chi non ne ha, in un presente sospeso tra un passato carico di storia ed una realtà costellata di uomini e donne creativi e appassionati, giovani e non più giovani, che verrà vanificato in un futuro incerto, povero di contenuti, incapace di fare storia, reso tale da contemporanei senza patria né memoria, etica e senso di appartenenza e di responsabilità.

Diari esperienziali di unicità sconosciute realizzati per i più che danno per scontato un Paese dal quale fuggono senza conoscerlo, cercando altrove fortune promesse, senza ambizioni e senza gloria, lontano da un’Italia che ha tutto, unica e irripetibile, ma che, come ogni ricchezza, chi l’ha non se ne contenta, e chi non l’ha la invidia e vorrebbe possederla.

Viaggiare in Italia, è certamente, di quando in quando, avventuroso e pieno di insidie, mancano infrastrutture e servizi turistici moderni, certo, ma anche questo è il suo fascino e poi, nel mondo di oggi pieno di rischi azzardi incognite di ogni genere, può anche rivelarsi un buon antidoto a paure e brutture.

Io Viaggiatore per l'Italia sono un utopista, un sognatore, amante del mio paese, della mia identità e appartenenza, delle mie radici propongo il ritorno ad una realtà concreta meno pretenziosa ed economicamente esigente; soddisfatto della bellezza esistente e di ciò che rimane del tempo che fu, vivo racconto testimonio per convincere a non rincorrere chimere e vane promesse frustranti e fugaci, Lucignolo nel Paese dei Balocchi; a non seguire il pifferaio magico che col suono ammaliante dell’avere, copre il silenzio dell’essere e del ben essere fisico e spirituale.

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