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Ricordo del viaggio di venti anni fa in Bhutan

Paro_ Punaka Dzong

Un giorno degli inizi del 1997 mi giunse una telefonata, al telefono fisso di casa, allora non era ancora in voga il cellulare; dall’altra parte del telefono, una voce che conoscevo, perché amica di mia madre Elda Tradico, madre dei miei compagni di scuola Giuseppe e Filippo, che mi chiedeva se mi avrebbe fatto piacere fare un viaggio, assieme a lei e al marito Pietro, quindici giorni in Nepal e Buthan, tutto spesato.
Io mi sarei dovuto occupare solo di portare me stesso, il mio bagaglio, la mia pipa e le mie macchine fotografiche, al resto avrebbero pensato loro.
Sognavo o ero desto, mi chiesi, ero desto ma certo è che continuai a sognare lungo tutto il meraviglioso viaggio che fu un’esperienza che ha segnato tutta la mia vita.
L’occasione unica mi era offerta dalla necessità dei signori Tradico, Elda e Pietro, vecchi appassionati di viaggi, anche per età, di portarsi al seguito un giovane amico assistente.
Scopro ora, mentre scrivo, le concomitanze della vita; 1997-2017, allora ero quarantenne, oggi un sessantenne.
La memoria fa difetto, con fatica dopo vent’anni ho difficoltà a ricordare particolari, e perfino i video mi mostrano luoghi ed esperienze dimenticate; solo atmosfere, profumi, odori, sensazioni, rimangono vive e certamente hanno influenzato la mia filosofia di vita.



20-26 marzo, sei giorni immerso in una fiaba, in un'atmosfera serena, in un ambiente umano, naturale ed antropizzato ricco di spiritualità
Alcune immagini mi tornano alla mente, a cominciare dalle persone serene e sorridenti, che vivono a misura d’uomo nel paese che ha inventato e applicato il  FIL felicità interna lorda; Il re di questo piccolo stato, già da anni, ne ha imposto l'adozione come indicatore per calcolare il benessere della popolazione. I criteri presi in considerazione sono la qualità dell'aria, la salute dei cittadini, l'istruzione, la ricchezza dei rapporti sociali. Secondo alcuni dati questo paese è uno dei più poveri dell'Asia, con un PIL pro capite di 2088 dollari (2010). Tuttavia, secondo un sondaggio, è anche la nazione più felice del continente e l'ottava del mondo. Gli ideatori di questo indice non mirano ad una “retrocessione”, cioè non vogliono passare per anti-tecnologici o anti-materialisti, ma il loro programma punta a migliorare l'istruzione, la protezione dell'ecosistema e a permettere lo sviluppo delle comunità locali. E per mantenere e migliorare tale benessere, il re usa andare personalmente tra il suo popolo per raccoglierne i desiderata.

Gli uomini che giocano al tiro con l'arco, sport nazionale, da mane a sera, con passione e tifo.


I bambini che, nonostante non conoscessero la mia lingua, mi venivano sempre intorno, mi prendevano per mano, mi regalarono i loro lavoretti fatti con bastoncini e fili colorati.  




Prendemmo l'aereo da Kathmandu. All'imbarco, l'aereo portava con sé il solito ritardo, endemico data la locale filosofia di vita che dà al tempo una diversa scansione e peso. Ma l'attesa viene riempita da un'inaspettato simpatico fermo doganale. Vedendo la mia fedele pipa "di ordinanza" pendere dalla bocca, vengo cortesemente invitato  dalla polizia di frontiera a mostrare e dimostrare il mio fumo; il Nepal negli anni sessanta fu meta dei giovani frikkettoni di tutto il mondo che, alla ricerca del Nirvana e di filosofie orientali, si raccoglievano da ogni parte del mondo occidentale, perché il fumo (la marijuana) era vendita liberamente.  Pertanto, attimi di concitazione, non parlando inglese cercare di capire e spiegarsi, a gesti, senza colpire la suscettibilità dei poliziotti che avrebbe potuto sfociare in chissà quali ritorsioni; mostrai la confezione del mio Anphora Black Cavendish, ma ancora non convinti, me lo strapparono dalle mani per aprirlo e  procedere ad una perquisizione tattile ed olfattiva. Poi, dopo un conciliabolo, pur non completamente convinti, lo capii dai loro volti, mi lasciarono andare.
Il viaggio aereo dal Nepal al Buthan, in una sola ora mi catapultò in luoghi d'alta montagna, da favola; l’aeroporto di Paro, l’unico del Buthan, si trova a 2.266 slm. 



Vi atterrammo con uno dei due voli settimanali della Druk-Air, la linea aerea reale Bhutanese che fa la spola con Kathmandu. Vent’anni fa, il pilota era un tedescone in pensione, canuto e dai baffoni bianchi, che andato in pensione, era stato arruolato dalla linea Buthanese. Un pazzo scatenato, in grado, superate le montagne, di buttarsi giù navigando tra forti correnti d’aria, mirando l’improbabile pista d’asfalto lunga appena 2.265 m, stesa come un cerotto nella vallata circondata da alte cime Himalayane, corre parallela al fiume.

Paro: l'aeroporto
Paro la nostra prima meta, col suo Rinpung Dzong, il principale dzong della città, maestoso tempio-fortezza che si affaccia sulla sottostante valle di Paro e dove furono girate molte scene del film Piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci; e dove seguiremo l’animato festival durante il quale viene commemorato il “prezioso maestro”, il Guru Rinpoche, che contribuì alla diffusione del Buddhismo Tantrico.
 

Spostamenti interminabili, come quello da Paro per raggiungere la capitale Thimpu. Il paesaggio di alta montagna, presenta, nelle vallate, ovunque è possibile grazie ad un tenace lavoro, risaie e campi coltivati. Le strade che percorremmo dispersi nella natura, in sali scendi che portano ad altezze nebbiose, per poi ridiscendere in vallate coltivate a terrazzamenti, seguono pedissequamente il fianco delle montagne, senza ponti né gallerie, incuneandosi nel paesaggio. Strade improbabili, su fettucce d'asfalto appena visibile, spesso sterrate e a momenti dissestate, dove gruppi di donne accovacciate tentano di rammendarne crolli e buche, gruppi di persone lavorano flemmatici all'ampliamento delle carreggiate utilizzando ora grandi scavatrici, più spesso badili pale e picconi. Poco traffico, soprattutto di vecchi camion che di, tanto in tanto incrociavamo a sorpresa, dietro una curva, in bilico su burroni. Tra la montagna e la gola di torrenti dalle acque tranquille, con sui fianchi, sparsi qui e là, piccoli stupa bianchi come le nostre edicole votive; sul percorso, templi adagiati sulle colline, bandiere colorate, sventolanti preghiere. Più vicino alla capitale, bambini in divisa, in fila indiana, che vanno e vengono da scuola. Le costruzioni tutte basse, in stile tradizionale, con grande uso del legno, esteriormente decorate, all'interno povere e spartane, con una stufa che funge anche da cucina ed una dispensa. Ovunque, vicino ai centri abitati, donne e uomini elegantemente vestiti con abiti tipici, monaci in gruppo, color rosso porpora.

Centro di Thimphu

Nella tranquilla capitale, ricordo che non esistevano semafori e, il poco traffico, era diretto da un solo vigile urbano che, ad un incrocio, si sbracciava di continuo in movimenti incomprensibili, a prescindere dalle automobili che andavano e venivano con noncuranza. 


Il nostro itinerario si svolse nella parte ovest del Paese, sicuramente più adatto a chi non intende sopportare i disagi che la visita della parte est comporta, offrendo comunque una visione completa del patrimonio culturale del Paese.

Il Bhutan è l’unico Paese al mondo dove il Buddhismo Tantrico è religione di stato. Il Paese conserva stretti legami con il Tibet antico sia per la vita sociale che per quella culturale e religiosa. Infatti, sebbene sia un piccolo Paese, tanto in termini di popolazione che di territorio, in realtà è composto da una varietà e molteplicità etnica veramente interessante. I 3 gruppi principali che lo abitano sono i Sharchops, attualmente stanziati nella parte est del paese e primi abitanti originari delle tribù a nord di Burma, i Ngalops, stanziati nell’Ovest e nel Centro, emigrati dal Tibet ed elite politica del Paese; infine i Nepalesi arrivati in Bhutan come forza lavoro nel 1800 e confinati nel sud.

Grazie alla politica selettiva attuata - rilascio di permessi - l’afflusso turistico è regolamentato in modo tale da poter mantenere vivi e salvaguardati i valori culturali e lo stile di vita dei locali, basato sugli insegnamenti del Buddhismo introdotto circa 12 secoli fa, che ha forgiato la storia della nazione giocando un ruolo primario nella quotidianità.
Conosciuto quindi per la sua cultura “non inquinata” e per le bellezze del paesaggio, nel Bhutan il passato è ancora vivo e presente.


La conferma l’abbiamo riscontrato soprattutto a Paro, in occasione del PARO TSECHU, il più noto e animato festival che si svolge nella piccola monarchia himalayana, durante il quale viene commemorato il “prezioso maestro”, il Guru Rinpoche, che contribuì alla diffusione del Buddhismo.



Il festival si svolge - come tutti i festival bhutanesi - nei principali monasteri, ha carattere religioso e le cerimonie consistono in danze rituali - volteggi e piroette accompagnati dal suono di tamburi e trombe - da personaggi in costumi sontuosi e mascherati.



00.00 Paro
01.52 Hotel Kichu Resort
02.35 Monastero Taktsang
10.43 Fortezza DruKyel Dzong
12.47 Tiro con l'arco
20.22 Città di Paro
24.00 Monastero Kyichy Lakhang
27.54 Rinpung Dzong ed il suo festival
46.46 Il bagno settimanale dei monaci
63.12 Il betel




00.00 THIMPHU: da Paro
02.10 Tempio Tachogang - la collina del cavallo eccellente
02.57 Chuzom: i tre Chortens
03.44 Dzong Simtokha
10.46 La città di Thimphu
12.49 Mercato settimanale
24.27 Biblioteca Nazionale
27.30 Scuola di pittura
29.58 I Thangka
36.06 La città di Thimphu
38.22 Dzong Tashichoe e Palazzo del Governo
41.03 Dzong Phanri Zampa
47.51 Convento Tashigang
51.15 Ospedale di medicina indigena
56.11 Memorial Chorten
59.53 Gli argentieri
63.00 Monastero Sanghagan - Tango
64.00 I Takilt
66.33 Fabbrica della carta
71.14 PUNAKHA
71.51 passo Dochula
73.46 Dzong Chime Lhakhang
79.07 Dzong Machen Lhakhang



PROGRAMMA VIAGGIO 20/26 marzo 1997

20/03/97 - KATHMANDU/PARO

Mattino, trasferimento in aeroporto e partenza per Paro - Arrivo e trasferimento all'Hotel Kichu Resort 




21/03/97 - PARO/WANGDIPHODRANG/PUNAKA

Mattino, partenza per Wangdiphodrang e visita del Wangdi Dzong, edificato su uno sperone roccioso alla confluenza di 2 fiumi: Proseguimento per Punaka




22/03/97 - PUNAKA/PARO

Mattino, visitammo lo stupendo Punaka Dzong o PUNTHANG DECHEN PHODRANG, considerato tra i più belli di tutto il Bhutan. 



Questo dzong fu il secondo ad essere costruito in Bhutan e fu la sede del governo fino alla metà degli anni '50, quando il ruolo di capitale passò a Thimpu. Il Guru Rinpoche aveva preannunciato la costruzione del Punaka Dzong, profetizzando che, "una persona chiamata Namgyal giungerà ad una collina simile ad un elefante". Quando lo Zhabdrung visitò Punaka, scelse come sito per lo dzong la punta della proboscide dell'elefante dormiente, alla confluenza dei fiumi Mo Chu e Pho Chu. Già nel 1326 in questo luogo sorgeva un edificio chiamato Dzong Chug che ospitava una statua di Buddha. I lavori di costruzione ebbero inizio nel 1637 e terminarono l'anno successivo, quando la struttura fu consacrata con il nome di Dechen Phodrang (Palazzo della Grande Felicità). Qui venne incoronato il primo Re del Bhutan, Ugyen Wangchuck

23/24 Marzo - PARO TSECHU

Due giornate dedicate alla celebrazione del Paro Tsechu che si svolge all'interno del Rinpung Dzong, la cui storia risale al XV secolo. Attualmente lo Dzong è la sede amministrativa del Paese ed ospita una comunità monastica di circa 200 religiosi. La leggenda narra che questo è uno dei due templi fondati in Buthan fondato da Songsten Gampo, re tibetano del 7 secolo AC, che per sottomettere il demone che risiedeva nelle montagne dell'Himalaya, dovette costruire 108 templi in un sol giorno. Vi furono girate molte scene del film Piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci.



La festa ricorda, arrivando, alle nostre sagre; bancarelle, tanta gente che va e viene, vestita a festa, elegante e colorata, giovani che espongono le loro migliori "mercanzie" tentando approcci. Poi, giunti ai piedi dello Dzong, l'atmosfera cambia; appeso a coprirne l'intera parete l'immenso Thangka che viene srotolato solo in questa occasione, fitto di personaggi e scene ruotanti attorno al Buddha; sotto nel piazzale, circondato in ogni dove dalla folla di indigeni, convenuti da ogni parte del Buthan, frammisti a turisti qui convenuti anch'essi da ogni dove, richiamati dalla festa, sono totalmente presi compresi ipnotizzati dalla miriade di personaggi impegnati nelle cham. Le cham sono uno degli aspetti più affascinanti dell'intera tradizione tibetana, danze rituali eseguite dai monaci buddhisti. La policromia dei costumi, delle maschere, degli ornamenti, i profondi suoni degli strumenti musicali, la potenza simbolica dei movimenti dei danzatori e delle storie raccontate e mimate, toccano il cuore e la mente, ipnotizzando quanti vi assistono. Tutte le fasi delle cham sono scandite dal suono di un'orchestra di monaci, e vengono divise in tre livelli: esterno, interno e segreto. Il livello esterno riguarda la gestualità, i movimenti e i passi veri e propri; quello interno si riferisce ai diversi ornamenti simbolici indossati dai danzatori, come ad esempio la collana che va posta in relazione con la generosità, gli orecchini con la pazienza, i bracciali con la moralità e così via; quello segreto è il livello più profondo, legato alla dimensione di purificazione della mente di colui che danza. I principali personaggi dei chan sono le Divinità, i Protettori della Fede (Dharmapala) ed i Maestri con cui il monastero è particolarmente connesso, oltre alle "figure" che vi compaiono sempre, come i Signori dei Cimiteri (Durdag), che portano una maschera raffigurante un teschio ed indossano un abito rappresentante uno scheletro (simbolo dell'evoluzione della mente verso la pura consapevolezza), i Cappelli Neri (Sha-nag), gli unici danzatori che non hanno maschere sul volto, che affidano il loro messaggio simbolico ad un elaborato costume e ad un largo cappello nero diviso in tre sezioni che rappresentano i tre livelli di esistenza. Gli Animali svolgono un ruolo di primo piano nelle danze, soprattutto il Cervo, il Corvo e il Toro che incarnano il potere spirituale che riesce a sconfiggere tutte le negatività interiori ed esteriori. Il tempo che passai alla festa scorse veloce presi dallo spettacolo e dal suo contorno, scattando fotografia senza meta le evoluzioni dei danzatori, i vestiti, i colori, nonché le facce attente ed incantate dei locali che vi assistevano.

Paro
Durante il soggiorno a Paro effettuammo la visita alla valle omonima, tra campi coltivati interrotti da piccoli villaggi, fattorie e piccoli monasteri isolati. 



Iniziammo dal Museo Nazionale Ta Dzong, considerato quasi un Tempio per l'alto numero di oggetti religiosi in esso conservati; il museo offre un'idea completa della ricchezza culturale e delle risorse naturali del Paese. 


Proseguimmo con una lunga passeggiata per raggiungere il Pa Chu Drugyel Dzong, antico forte in rovina che difendeva la vallata dalle invasioni tibetane, accanto al quale sono sorte alcune abitazioni; 


qui trovammo i bambini che mi regalarono i loro lavoretti; ci fermammo ad osservare una gara di tiro con l'arco: due squadre di arcieri si sfidavano a centrare il bersaglio posto a più di duecento metri; ad ogni tiro, esultavano, imprecavano, si sfottevano.


Di qui era previsto di continuare la salita, ripidissima, al monastero di Taktsang, ma la notte precedente, che a valle era piovuto a catinelle, lassù era nevicato abbondantemente e la già ardua salita, fu sconsigliata dalla nostra guida. Peccato, perché la visita del monastero è emozionante, poiché si trova a 800 metri a picco sulla vallata; chiamato la "Tana della Tigre", il monastero è uno dei più venerati luoghi di pellegrinaggio del mondo Himalayano. Si racconta che nell'VIII secolo, Guru Rimpoche venne a Taksang volando sul dorso di una tigre e qui meditò per alcuni mesi. 



25/03/97 - PARO/THIMPHU



Mattino, partenza per Thimphu con sosta e visita del Simtokha Dzong





 

Arrivo all’Hotel Druk


La capitale Thimphu, anch'essa costruita in stile tradizionale, con case basse ma più grigie. Il pomeriggio sarà dedicato alla visita al bazaar, al Memorial Chorten, costruito nel 1974 in memoria del 3° Re. Il Chorten non contiene spoglie reali, ma un'ottima introduzione all'iconografia del Buddhismo Tantrico.
Andammo quindi allo Dzong di Thimphu, il Tashichoe Dzong, la cui storia è antecedente al XIII secolo. Sul luogo il Lama Giwalwa Lhananpa vi fece costruire nel 1216 uno Dzong chiamandolo Do Hgon Dzong (fortezza della pietra blu) che andò distrutto; poi nel 1641 Shabdrung Rinpoche ricostruì lo Dzong chiamandolo appunto Tashichoe Dzong. Quando anche questo Dzong fu raso al suolo da un incendio si decisa di ricostruirlo nello stesso punto. Oggi il tempio-fortezza ospita l'ufficio delre del Bhutan, serve come la sala del trono e, nel corpo centrale, ospita più di 300 giovani monaci.



26/03/97 - THIMPHU/PARO/KATHMANDU

In tarda mattinata ci trasferimento in aeroporto per rientrare a Kathmandu, ma prima di lasciare Thimphu, andammo a visitare la Painting School, scuola d'arte tradizionale, dove gli studenti si specializzano nella pittura (mobili, thangka, immagini religiose), sculture in legno (maschere e statue), ricamo (stivali e vestiti) e statue in argilla. Trovammo i giovani studenti immersi nelle loro occupazioni e ne potemmo ammirare l'impegno, la competenza e maestria


INFORMAZIONI UTILI BHUTAN

DOCUMENTI

E’ necessario il passaporto in corso di validità - per almeno 6 mesi dalla data di ingresso nel Paese. Il VISTO di INGRESSO sarà rilasciato alla frontiera, previo pagamento di USD 20.
Occorre assolvere obbligatoriamente al pagamento di una tariffa forfettaria giornaliera che copre le prestazioni sul posto: alloggio (hotel, pensioni, campeggi...), pasti, trasporti e i servizi offerti da una guida. La tariffa minima è di 200 dollari US a persona, durante l'alta stagione turistica (che va da marzo a maggio e da settembre a novembre) e di 165 dollari US per il resto dell'anno. I gruppi inferiori a 3 persone devono pagare un supplemento pari a 40 dollari US al giorno a persona, e 30 dollari US per due persone.

NORME SANITARIE

Non è obbligatorio effettuare alcun vaccino, ma effettuate quelli contro la febbre tifoide e le epatiti A e B. Durante la stagione dei monsoni la malaria è endemica nel sud del paese. Occorre, per prudenza, assumere un trattamento preventivo.
L'acqua non è potabile e non è facile trovare ovunque bottiglie d'acqua minerale. Bisogna quindi ricordarsi di portare con sé delle pastiglie per disinfettare l'acqua (ricordandosi sempre che non sono efficaci contro le amebe).
Infine, occorre sapere che le zone più turistiche delle valli del centro si situano a un'altitudine media di 2.500 m., ma le escursioni possono tranquillamente superare quota 5.000 m. Durante i primi giorni di adattamento, è possibile risentire dei disturbi dovuti all'altitudine.

SICUREZZA

Il Bhutan è un Paese particolarmente sicuro per i turisti. Non ci sono gravi rischi.

VALUTA

La valuta ufficiale è il Ngultrun
(BTN), suddiviso in 100 Chetrum; ma ugualmente usata è la rupia indiana; entrambe si ottengono unicamente sul posto. 100 Ngultrum equivalgono a 1,82 euro. Negli Hotels è comunque accettato il dollaro.
I turisti possono cambiare i travellers cheque o i contanti nelle banche del paese oppure negli hotel. La carte di credito non sarà di nessuna utilità (tranne forse per gli acquisti nei rari negozi della capitale che l'accettano, e unicamente l'American Express). Le banche sono aperte dal lunedì al venerdì, dalle 8h alle 17h.

VOLI

Tra le 12 e 14 ore di volo (ma anche di più) a seconda della tratta selezionata e ovviamente dei tempi di attesa negli aeroporti di transito. Per esempio, se passate dall'India, contate una decina di ore di volo e poi circa altre due per raggiungere l'aeroporto di Paro. Druk Air è la sola compagnia che collega l'aeroporto di Paro, in Bhutan, a Bangkok (3 voli settimanali), a Calcutta (3 voli), a Nuova Deli e Katmandu (2 voli a settimana).
L'unico aeroporto internazionale di Paro si trova a 7 km dal centro cittadino e a 53 km dalla capitale. Visto che in generale il viaggio in Bhutan è completamente organizzato, al vostro arrivo vi aspetterà un'automobile. In caso contrario troverete una navetta della compagnia aerea Druk Air che vi porterà a Timphu, la capitale. I taxi sono rari.

FUSO ORARIO

5 ore in più durante il periodo invernale e 4 ore in più quando in Italia vige l’ora legale.

CLIMA


Nel periodo di marzo la temperatura minima è di 7° mentre la massima arriva a circa 18°. Da giugno a settembre è stagione monsonica.

ABBIGLIAMENTO

Comodo, a strati, con indumenti più pesanti. Per il rispetto delle tradizioni locali sono da evitare pantaloncini corti e magliette scollate e comunque abiti succinti. Suggerite scarpe molto comode.

ELETTRICITA’

220 Volts. Suggeriamo di munirsi di adattatori tripolari per le prese di corrente.

SHOPPING

L’artigianato locale offre articoli in pelle, abbigliamento tipico locale.
Da non dimenticare begli articoli di antiquariato.

FOTOGRAFIA

Assistere ad uno tsechu fa la felicità di ogni fotografo! Si rammenta quindi di
portare direttamente dall’Italia materiale fotografico in quantità, poiché quello che si può reperire il loco spesso è di qualità scadente.


Contattatemi per maggiori informazioni

cellulari: +39 320.2590773 - 348.2249595 (anche Wathsapp)

N.B. in caso di non risposta inviare SMS


Chi volesse sostenere la mia arte può offrire un contributo liberale a sostegno del mio lavoro facendo una donazione cliccando sul bottone sottostante.

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